Ricostruita nel 1344 d.C. la chiesa di Santa Caterina è tra gli elementi architettonici più significativi del borgo. Un’unica navata con la sagrestia interposta tra il presbiterio (ricavato da un antico torrione aggettante la cinta muraria) e il restante avancorpo, suggerisce una pianta complessa.
Il prospetto è quanto, invece, lascia intravedere meglio i cambiamenti intervenuti nel corso del tempo. Dal portale apparentemente romanico, ma riconducibile al gotico catalano (in stile a metà tra quello di Saint Feliu nei Pressi di Barcellona e dell’abbazia di Cati a Valencia), alle mensole e la modanatura rinascimentale, dal merlo ghibellino in antefissa, all’acroteio e le velette campanarie che fanno pendant con la merlatura del castello, l’insieme di tecniche e linee diverse, suggerisce un’incredibile armonia delle forme.
Indicativi ed eterogenei sono poi i segni che si sorgono all’interno dell’edificio, quali i sostegni scolpiti dalle capriate seicenteschi, i capitelli delle colonne al limite della navata con gli abachi espansi, da cui parte l’arco trionfale a scacchiera dalle modanature spigolose (come in Santa Maria dei Miracoli a Siracusa) e la volta a crociera del presbiterio, che riporta alle costruzioni federiciane. “Un piccolo manuale di storia dell’arte”, come spesso la si è appellata, che custodisce ancora intatta la pregiata statua marmorea di Santa Caterina medesima, con gli occhi rivolti al cielo prima di affrontare il crudele martirio. La scultura attribuita alla scuola del Gagini, non è la sola opera di pregio nella chiesa, poiché il parapetto dell’altare reca una “Cena Domini” della scuola di Guido Reni.
Curiosità: Qualche appassionato di storia locale ha avanzato l’ipotesi, che la Chiesa di Santa Caterina, insieme a quella dello Spirito Santo (con la quale presenta parecchie affinità architettoniche), la ricostruita Chiesa di San Michele e l’ormai rudere della Chiesa di San Biagio, per la posizione occupata, la pianta a “tau” e l’esposizione ad est, fossero state edificate sulle rovine di antichi tempi pagani, delimitanti la spianata a ridosso del borgo fortificato sulla quale poi nel 1926 fu edificata l’odierna piazza cittadina.
Francesca Bisbano