A Montalbano Elicona la parola d’ordine è partecipazione
Giunto alla sua terza edizione, il 6 e 7 giugno 2015 torna l’appuntamento con l’Insabbiata. L’evento, organizzato dalla Confraternita del SS Sacramento in concomitanza con la celebrazione del Corpus Domini, sarà principalmente dedicato ai Dieci Comandamenti.
Un weekend d’arte e ritrovo nel suggestivo borgo di Montalbano Elicona, dove – sotto la direzione artistica di Giulio Iaccovacci – i giovani montalbanesi saranno protagonisti indiscussi. Forme e linee dai vivaci colori, tratti e scene ispirate ai dieci precetti della catechesi cristiana, adorneranno via Mastropaolo per lanciare alla comunità il loro messaggio.
Nell’Italia frenetica, caratterizzata da una società sempre meno attenta alle esigenze degli altri, l’Insabbiata vuol essere prima di tutto dialogo fra generazioni diverse. Attimo di riunione e riflessione su pochi principi che, a distanza di secoli, sono ancora modello di onestà sociale per eccellenza: “Non uccidere”, “Non rubare”, ” Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo”, “Onora tuo padre e tua madre”, sono oggi alla base di qualsiasi normazione sociale. Il limite è lì nel comando di sempre, nel diritto immutabile di popoli antichi e moderni. Un decalogo naturale che, morale religiosa a parte, induce l’uomo a migliorare se stesso. È il ciclo che si ripete ormai da tre anni grazie all’impegno di cittadini e commercianti, supportati da un’Amministrazione sempre aperta ad accogliere le iniziative di tutti.
Accanto al tema educativo poi, si pone quello tipicamente artistico. I disegni – realizzati esclusivamente con sabbie ed altri materiali naturali – costituiscono infatti una variante alla tradizionale Infiorata, le cui origini affondano nella Roma del primo Seicento. Si narra che l’uso di creare quadri per mezzo di fiori fosse nato nella Basilica Vaticana per opera di Benedetto Drei e di suo figlio Pietro, che avevano usato “fiori frondati e minuzzati ad emulazione delle opere del mosaico“. Pochi anni dopo, nel 1633, un altro quadro floreale fu realizzato da Stefano Speranza, stretto collaboratore del Bernini e l’uso invalse per tutto il periodo, finché nel 1778 fu allestita la prima infiorata per la festività del Corpus Domini. Da allora l’arte dei “fiori” ha conquistato gran parte d’Italia. Non v’è regione, provincia o paese che non abbia la sua personalissima versione, ma quella di Montalbano nel suo piccolo è molto apprezzata, in particolare per l’atmosfera che ne precede la realizzazione.
Il lavoro diventa una festa, dove la gioia e gli strepiti dei più piccoli richiamano ad un tempo lontano. Così, in quella che sembra una ricorrenza paesana, l’arte mostra ciò che spesso non si osa guardare. È la vita di un tempo e quella di sempre, entro una comunità che riscopre se stessa in quei volti che il vento e la pioggia potranno spazzare, ma il cuore certo non riuscirà a dimenticare.
Francesca Bisbano