Il Convegno curato dall'Università di Messina insegna ad apprezzare la cultura come sinonimo d'identità Regionale.
Paese fecondo per l’abbondanza di beni e la pescosità dei suoi mari, la Sicilia ha sempre suscitato l’interesse di popoli antichi e moderni.
Nei “Fogli Italiani” del 1890, Karel Capek scrive : “L’influenza della cultura spagnola è l’ultima della serie, la prima è quella greca, la seconda e la terza sono saracena e la normanna, il Rinascimento l’ha sfiorata soltanto. E adesso annaffiate queste diverse componenti culturali con il sole abbagliante, con la terra africana, con un mucchio di polvere e con vegetazione bellissima e avrete la Sicilia”.
Elimi, Siculi, Sicani, Greci e Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Ebrei e Inglesi, testimoniano l’incredibile ricchezza culturale che fa di quest’isola uno strano e divino museo di architettura italiana. Dalla Guerra dei Vespri alla conquista Normanna, dalla Cacciata degli Arabi all’ascesa della Casa di Svevia, dal Regno d’Aragona alle dominazioni spagnola, piomentese e borbonica, fino all’Unità d’Italia, la storia della Sicilia si compone anche di vicende e fatti particolari. Singoli accadimenti, episodi sotto alcuni aspetti anomali, credenze e culture, che mutano da provncia a provincia, rappresentano il più delle volte, una fonte necessaria per ricostruire l’identità regionale. Ed è proprio la ricerca che conduce all’analisi di tante realtà, filtrate attraverso storie e mentalità locali a costituire l’oggetto del Convegno regionale: “Sicilia Millenaria. Dalla Microstoria alla dimensione Mediterranea”.
L’evento patrocinato dal Comune di Montalbano Elicona con il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, propone un’originale ricostruzione del tessuto storico-artistico-etno-antropologico dell’ambiente isolano.
Quaranta relatori, dal 9 all’11 ottobre 2015 presso il castello svevo-aragonese Federico II, articoleranno in un’ottica comparativa, il dibattito su temi solo apparentemente lontani fra loro. Dai culti alla toponomastica, dalla cultura ebraica a quella bizzantina, dall’archeologia all’arte, all’architetttura, al diritto, alle tecniche militari di difesa, prospettive diverse mirano a cogliere la dimensione mediterranea della Sicilia antica.
Conoscere il passato diventa dunque strumento, per comprendere il presente e orientare il futuro. Così la prima settimana di ottobre nel borgo più bello d’Italia si chiude all’insegna della cutura, non più diletto per pochi eletti, ma bene che renda sempre più cosciente il cittadino dello spazio ove vive. Questo in quanto, conoscere significa anche saper apprezzare un insieme di beni comuni, che vanno garantiti per le generazioni future.
A moderare il dibattito saranno i docenti Elena Santagati, Antonio Baglio e Giuseppe Lipari, con il coordinamento di Luciano Catalioto dell’Università di Messina, mentre per l’organizzazione si ringraziano il dottor Giuseppe Pantano e lo studioso Filippo Imbesi.
I tre incontri, nel corso dei quali sarà dato spazio fra l’altro all’ubicazione del Monastero greco di contrada Sant’Elia, all’archeologia e l’astronomia dell’Argimusco a cura di Andrea Orlando, potranno essere seguiti in diretta streaming sul sito: www.innovationtv.it
Francesca Bisbano
In allegato il programma completo del convegno “Sicilia Millenaria”