I Megaliti di Montalbano Elicona sono roccioni di arenaria quarzosa, modellati in forme suggestive, in contrada Argimusco, a circa 6 km da Montalbano, vicino al Bosco di Malabotta.
La tradizione popolare e alcuni studiosi di storia locale hanno identificato diverse figure nelle forme delle rocce. A molti menhir è stato dato un nome e un'”identità” tradizionale: scoprile con noi.
L’aquila
L’Aquila è uno dei Megaliti di Montalbano Elicona più famosi e belli, anche perché è quello più facilmente riconoscibile, con il becco che punta verso l’Etna, visibile sullo sfondo da chi arriva dalla strada.
L’orante
Anche l’Orante (o Dea Neolitica) è una tra le rocce più conosciute del sito, parte della cosiddetta Rupe dell’acqua. Dal fianco sembra una figura femminile in atto di preghiera (appunto, “orante”), con le mani giunte e il volto rivolto a est.
Il sacerdote
Questa roccia è nota anche con il nome de il Guerriero. Vista da nord ricorda un viso umano allungato, con un foro in corrispondenza dell’occhio. Secondo alcuni studiosi l’occhio era legato a un possibile uso astronomico della roccia.
Il maschile e il femminile
Proprio all’ingresso del sito si trovano due rocce di forma allungata, la cui forma richiama i simboli sessuali maschili e femminili. Secondo un’altra ipotesi le forme richiamerebbero invece una Civetta (o un Leone) e un Pellicano.
La Torre
La Torre è una roccia di forma cubica, nota anche come grande sedile.
La Vasca
La vasca non è una megalite, ma una cavità rettangolare intagliata nella roccia, dalle dimensioni di circa 1,5 X 0,5 metri, ubicata proprio sopra la testa dell’Orante. L’uso non è chiaro. Forse era una vasca per la raccolta delle acque piovane, forse una vasca per riti battesimali o di guarigione o una tomba rupestre. E’ la più grande delle vasche e cavità artificiali presenti nel sito.
Il Babbuino
Il babbuino è una piccola roccia affiorante (piccola al confronto con le altre megaliti) che ricorda vagamente il viso di un babbuino.
Il Corvo
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Il Teschio
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Concludiamo presentandovi il bellissimo video di un breve viaggio tra i megaliti dell’Argimusco. Riprese aeree, regia e montaggio di Fotocolor Munnia.