“Alcuni luoghi sono un mistero, altri una spiegazione”, com’è il borgo rurale di Piano Torre a Braidi frazione di Montalbano Elicona.
Un borgo nel “borgo più bello d’Italia 2015”, il cui nome secondo la tradizione locale farebbe riferimento alla posizione dello stesso. L’abitato di contrada piano Torre, infatti, si erge a dominio di una vallata un tempo interamente coltivata.
Poche e semplici costruzioni, tra cui spicca per importanza il Palazzo della “Signura”, che i più anziani ricordano sopra la sua bella lettiga in viaggio da Braidi verso Montalbano e i cui servi, fiaccati dalla calura estiva, solevano darsi il cambio al Ponte Vecchio prima di raggiungere il centro del paese, e la chiesa rurale dedicata a San Giuseppe.
Quel che rimane degli edifici menzionati da l’idea che il palazzo sia una sorta di baglio siciliano. Il baglio (in siciliano u bagghiu) tra il XVI e il XVII secolo andò ad indicare le tipiche fattorie fortificate con ampio cortile, sorte un po’ ovunque nelle campagne dell’isola.
I bagli tipici si differenziano tra bagli padronali e bagli contadini.
Entrambi hanno pavimentazione in lastre di pietra “balatuni” (basole), o ciottoli di pietrame posti a coltello. I bagli padronali presentano forma quadrangolare con la corte chiusa su tutti i lati, comunicante all’esterno a mezzo di un grande portone di legno con chiodatura eseguita a disegni orientali: il portone trovasi spesso inserito in un portale ad arco a sesto pieno ribassato, fornito di rosone in ferro battuto e a volte era sormontato da un balcone. All’interno la parte signorile era divisa dalla parte rurale da un muro interno con una porta per comunicare. Col tempo intorno al baglio si andarono a costruire altre case formando così, veri e propri borghi.
Quello di contrada Piano Torre, presenta molte delle caratteristiche sopra indicate in quanto l’edificio ha due elevazioni, pianta quadrangolare con mura contraffortate ed è munito di corte interna. Sul portone d’ingresso sorretti da ampie arcate a tutto sesto, si aprono ampi balconi che guardano in direzione del castello di Montalbano Elicona. Altro aspetto che conferma tale impressione è la chiesa di San Giuseppe, questo in quanto nei bagli è sempre presente una chiesa rurale o cappellina, sistemata all’esterno o all’interno del complesso. I tetti sono generalmente realizzati con struttura portante in legno, con capriate “forbici”, travi, listelli, mattoni in terracotta e tegole oppure orditura in legno o sole tegole.
Esaminando l’interno della chiesa, dove le linee del prospetto e la fattura del portale (che per altro richiama in maniera più sobria il taglio delle chiese maggiori di Montalbano), suggeriscono una datazione non più tarda del secondo cinquecento, inizio 1600. Ciò però che desta maggiore interesse è l’altorilievo di San Giuseppe, opera probabilmente coeva alla costruzione dell’omonima chiesa. Il santo non impugna il classico bastone dell’iconografia cristiana, ma un tirso (ossia una verga che è sormontata da una pigna). Il nome non è casuale. Una leggenda cristiana narra che il pastore Tirso aveva parlato a Giuseppe, insinuando in lui il dubbio dell’adulterio di Maria. Tirso altri non è se non il diavolo, che cerca di sabotare i piani di Dio e far si che Giuseppe abbandoni la famiglia, ma è anche il tipo di bastone che Dioniso e le sue baccanti, utilizzavano nei riti orgiastici dell’antica Grecia.
Non a caso l’attributo di Giuseppe è proprio il bastone (la verga) fiorito, che rappresenta il momento in cui Dio lo sceglie come sposo per Maria e quindi padre putativo di Gesù. La tradizione medievale narra che tutti i pretendenti di Maria si munirono di una verga e che solo colui il cui bastone sarebbe fiorito avrebbe potuto sposarla. Inaspettatamente, fiorì quello dell’anziano Giuseppe.
A completare la planimetria del borgo vi sono un palmento (ancora utilizzato dagli attuali proprietari di piano Torre), un “trappito” dismesso (ossia un frantoio con macine in pietra e pressa a vite) e una fornace per la cottura dei mattoni. Proseguendo in direzione del Fiume Elicona, invece, è possibile scorgere uno dei migliori esemplari di cubburo, conservatesi nei villaggi di Montalbano.
F.B.